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Prova di storia
7 ottobre 2006
(con risposte)

 

1. Che cosa s’intende per “sintesi politica”?
Un territorio unificato da leggi e istituzioni tendenzialmente uniformi. L’amministrazione del potere è unitaria e non frammentata.

2. Definisci il “potere pubblico” e il “potere privato”.
Potere pubblico: autorità politica sovrana che si esercita in un territorio determinato e riguarda la “cosa pubblica”, leggi, tasse ecc.; si estende a tutti i sudditi e regola la vita in comune. Potere privato: capacità che un individuo possiede di agire sui beni di sua proprietà.

3. Definisci il concetto di “sovranità”.
Potere che non riconosce altri poteri sopra di sé. Può essere detenuta da una persona (nelle monarchie), o da un insieme di persone o dal popolo (repubbliche).

4. Il governo di Guglielmo il Conquistatore sull’Inghilterra fu un esempio di sintesi politica? Argomenta sinteticamente la tua risposta.
Si. Nonostante avesse introdotto strutture feudali controllò l’autonomia dei vassalli (con la burocrazia degli sceriffi) e non concesse loro funzioni pubbliche. I vassalli riconobbero sopra di sè la diretta sovranità del re.

5. Qual è l’oggetto delle “Costituzioni di Clarendon” (1164)?
La limitazione dell’autonomia giurisdizionale del clero inglese.

6. Che cosa è il principio di rappresentanza?
È il principio secondo cui l’interesse pubblico si manifesta di fronte al potere sovrano che deve tenerne conto. Si realizza attraverso assemblee come Parlamenti, Diete, Cortes, Stati generali.

7. Indica brevemente il processo tramite cui le monarchie medievali si sviluppano come Stati territoriali.
È il processo che estende la giurisdizione del sovrano dai suoi possessi personali e di sovranità immediata ai confini che definiscono un’identità nazionale. Gli abitanti di uno stesso territorio, e che si riconoscono uniti da lingua e tradizioni, si sottomettono allo stesso sovrano.

8. Indica i principali strumenti di governo centrale e periferico.
Consigli del re, camere di giustizia e tribunali, funzionari, eserciti; organi burocratici che permettono al governo centrale di trasmettere la propria volontà in ogni punto del territorio senza l’interferenza di contropoteri.

9. Che cosa s’intende per “uniformità giuridica”?
Il superamento, almeno tendenziale e graduale nel periodo che stiamo studiando, della pluralità delle fonti di diritto e delle sue diverse forme. Unificazione dei sistemi di leggi prima valide in un certo ceto, in una città, in un gruppo (superamento dei privilegi o di leggi private).

10. Come giudichi il tentativo di ordinamento del diritto compiuto da Carlo VIII di Francia nel 1497?
Abbastanza bene. Carlo da un lato conservò i diritti consuetudinari profondamente radicati in importanti regioni della Francia; dall’altro, per evitare vaghezze nell’interpretazione, li precisò in leggi scritte. Trasformò il diritto consuetudinario in diritto positivo. Non si ha ancora piena uniformità giuridica, ma di certo il controllo del sovrano è più efficace.

 

   
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